A.S.D. KODOKAN JUDO ASOLA
Parliamo di JUDO
“Ju-Do” vuol dire “via della flessibilità”. Cerchiamo di capire bene cosa significhi.
Di fronte a un avversario non si vince opponendo resistenza ma adattandosi alla sua forza, acquisendo un vantaggio che verrà poi usato a proprio profitto: questo è il principio di flessibilità alla base della disciplina del Judo.
Il Judo è una disciplina di combattimento corpo a corpo, a contatto continuo, caratteristica per le prese, le tecniche di proiezione e la lotta a terra. Non prevede calci, pugni o colpi inferti, né l’utilizzo delle armi. Lo si pratica a piedi nudi su un materassino (tatami).
Il Judo si fonda sui principi disciplinari propri delle arti marziali, basati sul rigoroso rispetto dell’autorità e del prossimo. Non è solo una palestra per il corpo, ma anche per la mente.
Inoltre, non tenendo conto del peso, dell’altezza e della forza, è uno sport che può essere praticato senza controindicazioni da bambini, ragazzi, donne e uomini di ogni età.
I tre punti programmatici del Judo sono: l’attività sportiva, l’arte e la difesa personale.
Nel Judo ogni movimento ha uno scopo e i muscoli lavorano in sinergia: con sufficiente allenamento, non solo si svilupperà un corpo vigoroso e armonioso, ma si acquisiranno anche riflessi rapidi e capacità decisionale.
Questa disciplina lavora anche sullo sviluppo mentale (l’arte), contribuendo a formare uno spirito nobile e raffinato, con cuore forte e risoluto, un carattere tenace e ben controllato, con un buon compromesso fra prudenza e risolutezza.
L’allenamento costante del Judo fornisce anche importanti tecniche di difesa personale: se sul tatami è fondamentale il rispetto per l’avversario, in caso di aggressione reale tutti questi scrupoli vengono meno. Le tecniche del Judo, che si dividono in proiezione (“Nage-Waza”, per sbilanciare e far perdere l’equilibrio all’avversario), controllo (“Katame-Waza”, per immobilizzare) e combattimento (“Ate-Waza”, per colpire in punti dolorosi e vitali), si rivelano essere molto efficaci nell’autodifesa personale. Dal 1964 il Judo è sport olimpico.



COME, DOVE E QUANDO
Gli allenamenti di Judo si svolgono due volte alla settimana, nei giorni di martedì e venerdì con il seguente orario:
dalle ore 18 alle ore 19 – bambini dai 6 agli 11 anni
dalle ore 19 alle ore 20 – adulti dai 12 agli 80 anni
Tutti gli allenamenti sono tenuti nel Palazzetto del Centro Sportivo “A. Schiantarelli”.
Per informazioni, contattare il numero 0376 734133 oppure 339 5919628.
È adatto anche ai bambini?
L’attività muscolare completa e la disciplina alla base del Judo rendono questo sport ideale per lo sviluppo e il potenziamento dei processi motori, cognitivi e relazionali dei bambini e dei ragazzi. Questo sport aiuta i bambini a diventare ciò che ogni genitore vorrebbe: indipendenti e responsabili.
Il Comitato Internazionale Olimpico considera il Judo come lo sport più completo, che promuove i valori di amicizia, partecipazione, rispetto e sforzo per migliorare. L’UNESCO riconosce nel Judo “la migliore formazione iniziale per bambini e ragazzi dai 4 ai 21 anni e come pratica regolare a qualsiasi età con appropriate limitazioni. Consente una educazione fisica completa, potenziando tutte le proprie possibilità psicomotorie (posizione spaziale, prospettiva, ambidestria, lateralità, lanciare, tirare, spingere, strisciare, saltare, rotolare, cadere, coordinamento comune e indipendente di entrambe le mani e dei piedi, ecc.) e stimola il rapporto con le altre persone, facendo uso del gioco e della lotta come un integratore della motricità e con l’introduzione della tecnica e tattica sportiva poco a poco, oltre alla ricerca di una forma fisica generale ideale”.
La “Via della flessibilità” è per ragazzi diversamente abili?
Il Judo è l’unica arte marziale presente ai giochi olimpici paralimpici; è uno sport particolarmente indicato a non vedenti e ipovedenti, perché i numerosi contatti fisici in questa disciplina consentono agli atleti di avere un elevato controllo dell’avversario.
Prendendo in prestito le parole di Thomas J.Weihs, le persone diversamente abili possono essere considerati come un musicista con uno strumento scordato: per quanto bravo possa essere produrrà solo suoni sgraziati e solleverà inevitabilmente le critiche di chi, nel pubblico, fosse sprovvisto di un’esperienza musicale. In questo caso, il musicista ne uscirà confuso e frustrato. Ma se nel pubblico c’è qualcuno con un buon orecchio, capirà le vere intenzioni del musicista, lo approverà e lo applaudirà: il nostro musicista si sentirà apprezzato e sarà portato a migliorarsi e a dare il meglio di sé.
Portando la metafora nel mondo della disabilità, se noi ci concentriamo solo sul corpo, sullo strumento, non abbiamo la possibilità di comprendere la personalità dell’atleta al di là di come le sue limitazioni fisiche gli permettano di esprimersi.
Il Judo vuole dare la possibilità a tutti di esprimersi al meglio e punta a perfezionare se stessi per essere utili al mondo intorno a noi.